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L’abbraccio Zingaretti-Speranza-Timmermans. Nel nome di Sanchez, Simone di Torre Maura e Piketty

“Non ce la faccio più”, sospira uno stanchissimo Nicola Zingaretti quando David Sassoli va a salutarlo. E dire che il comizio che vede per la prima volta insieme il segretario del Pd, quello degli scissionisti Mdp, Roberto Speranza, e il candidato Pse alla guida della Commissione europea, Frans Timmermans, è appena cominciato. Ma per Zinga il tour elettorale europee dura da settimane: un giro fra città e paesini di cui i telegiornali, si lamenterà lui stesso poco dopo dal palco, sembrano quasi non accorgersi.

Questo martedì sera, a Roma, in un locale in zona Piramide, lo abbraccia una sala stracolma di giovani (dell’appuntamento, d’altronde, è protagonista anche Caterina Cerroni, 27 anni, candidata dem nella circoscrizione Sud). Abbracci. C’è anche quello fra Zingaretti e Speranza, di nuovo compagni di strada anche se non di partito. Ora l’ex capogruppo Pd è sul palco e scandisce: “Negli ultimi venti anni siamo stati subalterni alle politiche neoliberali”, ecco perché ora trionfano le destre; “Basta austerità, basta rigore”, la strada da percorrere è quella spagnola; “Viva Pedro Sánchez”. E viva Thomas Piketty “il cui manifesto deve essere parte della nostra agenda”.

Zingaretti, quando è il suo turno, fino a Piketty non si spinge, ma tenta di non essere troppo da meno: “Le democrazie non sopravvivono a tassi di disuguaglianza alta quanto in Italia, è cresciuta a livelli insopportabili”; “La missione dell’Europa è difendere le persone dalla violenza dell’economia globale”; e, quasi a prevenire una possibile obiezione: “Questo è il contrario del nazionalismo”. Stanco ma non domo, Zinga: “Bisogna combattere, questa volta non è come le altre: i populisti sono la negazione delle democrazie liberali”.

Timmermans è un robusto olandese innamorato del Belpaese, parla un italiano impeccabile e deve aver capito quali sono i tasti su cui i nostri politici battono per cercare il contatto con il popolo. “Sappiate”, esordisce, “che per me in Italia c’è un solo capitano: Francesco Totti”, rispondendo alla scherzosa lamentatio di Speranza per l’addio di De Rossi. Poi, però, le proposte concrete le tira fuori, e sono intonate al registro dell’incontro: salario minimo europeo, tassa per le multinazionali almeno al 18%, azzerare le differenze salariali fra uomini e donne, un piano per l’emergenza abitativa. Ah, sì: e un programma Erasmus per gli studenti africani. Volevate una conferma che Timmermans legge molto i giornali italiani? Eccola: “Ho visto questo ragazzo di Torre Maura, Simone… e mi ha ispirato… il suo coraggio dovrebbe ispirare tutti noi”. Per ora ispira gli applausi, fragorosi, della platea.










